[20] sed illa palmaris, quod, qui non modo natum mundum introduxerit, sed etiam manu paene factum, is eum dixerit fore sempiternum. Hunc censes primis, ut dicitur, labris gustasse physiologiam, id est naturae rationem, qui quicquam, quod ortum sit, putet aeternum esse posse? Quae est enim coagmentatio non dissolubilis, aut quid est, cuius principium aliquod sit, nihil sit extremum? Pronoea vero si vestra est, Lucili, eadem, requiro, quae paulo ante, ministros, machinas, omnem totius operis dissignationem atque apparatum; sin alia est, cur mortalem fecerit mundum, non, quem ad modum Platonicus deus, sempiternum.
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20. Ma il pi? grave si ? che si consideri eterno un mondo che, non contenti di attribuirgli un'origine, si vorrebbe
costruito dalle mani di un artefice. Pensi che possa ritenere eterno un essere che abbia avuto nascimento chi abbia anche
solo gustato a fior di labbra la fisiologia, cio? la scienza della natura? Pu? forse esistere un corpo composto non
suscettibile di scomposizione? Come immaginare che ci? che ha un principio non abbia anche una fine? Quanto poi alla
vostra Provvidenza, o Lucilio, se essa si configura allo stesso modo di un architetto sono costretto a fatti le stesse
domande di prima circa gli esecutori, gli strumenti, la intera progettazione ed esecuzione dell'opera; se invece ha un
altro carattere, dovresti dirmi perch? mai avrebbe costruito un mondo mortale e non immortale come il dio di Platone.
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